Giocare con due gemelle

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Giocare con due gemelle

Stavo redigendo un paio di articoli sui musei per i bambini e sono stata colta da un momento di ‘figlite’ (passatemi il termine, siate clementi) acuta. Non me ne voglia la cara Luana per la quale sto scrivendo gli articoli sui musei, ma sono stata colta all’improvviso dalla voglia di descrivervi cosa significa giocare con due gemelle.

Sono proprio in questi momenti, quando non le hai vicine, quando sai che stanotte non dormiranno a casa con te perché sei impegnata con il lavoro, sono questi i momenti in cui sul tuo viso appare quel sorriso dolce e leggero, tipico di una mamma innamorata persa delle sue bambine. In questi frangenti riesci a rivedere con lucidità i momenti in cui hai goduto con loro di viaggi indimenticabili, di pomeriggi fatti di passeggiate a manina tra le calli e i campielli di Venezia, di costruttive attività didattiche ed educative visite a musei e fondazioni che offrono a bambini anche così piccoli la possibilità di crescere e di conoscere il patrimonio storico artistico del nostro Paese. Ma quando fuori piove e bisogna restare a casa? Cosa si fa?

111_picGiocare con due gemelle implica una concentrazione (ovviamente) doppia di attenzioni e dedizione. Un pomeriggio passato a giocare con loro è direttamente proporzionale ad un doppio turno di lavoro nella reception di un hotel. Lo posso porre come confronto perché ho fatto anche quel mestiere per un periodo della mia vita e per quanto siano tante le ore in cui si sta in piedi, sono anche tanti i momenti in cui si hanno dei buchi e in cui riesci a rilassarti sfogliando magari una rivista. Giocare per un intero pomeriggio con due bambine di nemmeno quattro anni richiede molta fantasia ed elasticità sia mentale che fisica. E non ditemi che nessuno di voi ha iniziato leggendo una favola ed è finito a fare il cavalluccio! Io sono molto elastica, uhm forse ora non più fisicamente, i 40 anni si stanno avvicinando, ma mentalmente sono una fonte inesauribile di idee. Fuori piove e non sapete cosa fare? C’è da sbizzarrirsi, se poi i vostri bambini sono difficili come le mie… Mamma casetta? No, non ci piace. Giochiamo a fare il trenino? Sia mai, da brave veneziane preferiamo giocare alla gondola o al vaporetto, “tutti a bordo signori, si parte!”. Amiamo i giochi costruttivi, non riusciamo a guardare la tv per più di cinque minuti, siamo sempre in movimento, mai stanche, iperattive e super curiose. Che fortunata che sono stata, vero? 😉 Penserete che alla fin fine me la sia cercata dal momento che ormai è un anno che le porto ad attività didattiche e ovviamente tempestate così come sono di input è ovvio che non riescano a trovare pace. Molto richiesti sono i lego, i chiodini e i giochi tipo memory.  Babbo Natale ci ha portate la casa della Barbie la quale, dopo un paio di giorni, è quasi caduta nel dimenticatoio. Ormai sono arrivata al punto che se mi chiedono cosa si può regalare alle gemelle, rispondo sempre con “i libri sono sempre graditi”, e poi ovviamente arrivano tutt’altro tipo di regali che immancabilmente vengono scartati e… messi in armadio. C’è poco da fare, le gemelline preferiscono disegnare, colorare, leggere, creare con le loro manine anche buste e borsette di carta. Quale è il problema? Che ovviamente essendo piccoline (devono ancora compiere i 4 anni) non sono completamente autonome e in lavoretti di manualità hanno bisogno di assistenza, ed ecco quindi spuntare dal magico cassetto, forbici, colla, scotch e spago, il tutto moltiplicato per due. Ogni bambina infatti ha il suo corredino composto da: astuccio con pennarelli e matite, gomma da cancellare, quadernone, fogli bianchi formato A4 (che dovrebbe usare mamma per stampare ma non importa..), colla, nastro adesivo, temperamatite e spago.

001 (2)bisPer il pranzo di Natale abbiamo preparato i segnaposto, ai compleanni dei nostri amichetti o dei nonni ci presentiamo sempre con dei biglietti d’auguri fatti da noi, le partecipazioni del mio matrimonio le abbiamo “studiate” insieme (sia mai escluderle da un evento come questo, ne verrebbe fuori un affare di stato), e ho dovuto aspettare una settimana prima di avere l’ok definitivo.. non ne erano convinte 😉 non gradivano alcuni abbinamenti di colore. È un bombardamento continuo di richieste e quando sembra che ci sia un attimo di pace si riparte con un “mamma fuori piove, facciamo i biscotti?”. E dove lo mettiamo il teatro? Non il teatrino, quello con le classiche marionette, no no, proprio il teatro, inteso come messa in scena di uno spettacolo. Le nostre favole preferite sono Cappuccetto Rosso, Cenerentola e I Tre Porcellini e siamo veramente prese. C’è un interscambio di ruoli incredibile: io adesso faccio il lupo, tu la nonna e tu cappuccetto. Se mancano persone allora facciamo addirittura due parti!! Insomma… capite perché se non si esce di casa, arrivo a sera che sono distrutta? Ah, santo asilo salvaci tu! 😉

Scritto da Martina di FAMILANDIA®, il 1 febbraio 2014